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Riflessi di Città

LIBERTÀ È QUELLA DEGLI ALTRI

    

     Questo articolo è stato praticamente dettato, punto per punto, da un mio amico il quale, da alcuni mesi, non mi dà tregua e se non l’accontento sarò costretto a cambiare residenza, per far perdere le mie tracce.
    Insomma, di che si tratta? Questo amico ha avuto la disavventura di trovarsi, sopra la testa, degli inquilini chiassosi e maleducati, come ce ne sono, purtroppo; anche se lui è convinto che nessuno sia più maleducato e spudorato di costoro, in particolare la madre dei tre bambini i quali, coi loro perduranti strilli, sembrano porcellini portati al macello.
    Questa brava donna avvia la musica, quasi tutta di grancassa, appena al mattino mette i piedi a terra. Infatti, non si rivolge ai suoi piccoli come farebbe qualsiasi altra madre, ma li scaraventa sgradevolmente fuori dal letto, mentre loro vorrebbero ancora poltrire, e con insulti e minacce ingiunge loro di andare a fare pipì. Con queste note avvia la giornata, e immaginerete tutti che i figli, così sobillati dalla madre, siano pure loro, fin dal mattino e per tutta la giornata, elettrizzati. Allora, l’unico loro modo di reagire è quello di strillare e sbattere i piedi sul pavimento. Voi pensate che la madre li inviti a non farlo, per rispetto della tranquillità del mio caro amico? Neanche per sogno. Anzi, proprio lei, quando litiga col marito, sbatte non solo i piedi, ma anche sedie, mobili e tutto quello che capita a tiro. Niente male. Ma, quante volte ci può essere un litigio tra marito e moglie? Tutti i giorni, risponde subito il mio amico, a suon d’ingiurie e di bestemmie, per
    far sapere non solo a lui, ma a tutto il quartiere, il senso di gradimento e di reciproco rispetto.
    Il mio amico, ligio al suo dovere civico, è andato a dire loro di smetterla e, di contro, gli è arrivato l’invito a “mettersi i tappi nelle orecchie”. L’ultima volta, mentre il marito gli mostrava i muscoli, pronti a percuotere se ancora si permetteva “di presentarsi dietro la porta”, la dolce mogliettina lanciava contro il mio amico il suo refrain: “In casa nostra possiamo fare quello che ci pare!”.
    E’ certo che questa donna dabbene ignora quello che c’insegnano i francesi, padri della libertà, i quali dicono: “Liberté est celle des autres”. Cioè la propria sfera di libertà cessa nel momento in cui inizia quella degli altri.


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